Intorno alla figura di Jusepe de Ribera sta montando negli ultimi tempi un rinnovato interesse suscitato principalmente dalla scoperta della sua fase romana, che ha confermato la grandezza del pittore e la precocità delle sue intuizioni figurative nel quadro internazionale del movimento caravaggesco; tuttavia, la giusta attenzione per gli inizi italiani di Ribera, chei recenti ritrovamenti d'archivio hanno contribuito a fissare intorno al 1606, cioè l'anno cruciale della fuga di Caravaggio dall'Urbe, non deve far dimenticare la complessità e la ricchezza del percorso napoletano del maestro, assai meno compatto, nelle sue declinazioni stilistiche, della sua immagine vulgata. Non v'è dubbio che la cifra distintiva del linguaggio riberesco – il virtuosismo del ductus pittorico, l'enfasi realistica, l'acuta capacità di scandaglio psicologico – trovi la più compiuta e riconoscibile espressione proprio nella rappresentazione di anziani filosofi, asceti e martiri che caratterizza la lunga stagione del pittore a Napoli; ma se è nella raffigurazione della senilità, e più precisamente nel contrasto fra il decadimento dei corpi, impietosamente scrutato, e l'insopprimibile vitalità degli sguardi e dei gesti, che l'arte di Ribera raggiunge la sua dimensione più profonda e impressionante, è altrettanto certo che i suoi meriti non possano essere ridotti a quest'unico registro.
Indice
Lorenzo Miletti, Stefania Tuccinardi
Una celebrazione poetica del Cortile delle Statue e della 'Cleopatra' in Vaticano: Aurelio Serena da Monopoli
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Roberto Bartalini
“La piaga che Maria richiuse e unse”. Di nuovo sui dipinti murali di Ambrogio Lorenzetti nella cappella di San Galgano sul Monte Siepi
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Cristiana Pasqualetti
Novità sul Pontificale Calderini e sulle vicende della miniatura fra l'Aquila e l'Urbe negli anni del Grande Scisma (con una traccia su Zacara da Teramo “scriptore et miniatore”)
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Silvia Paltineri
Un gruppo di situle figurate atestine del V-IV secolo a.C. Una proposta di interpretazione
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Antonio Mazzotta
Altri 'ritratti' veneziani per Antonello, Jacometto e Andrea Previtali
vai all'articolo » pag. 69-91
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Cristina Conti
Perino del Vaga e il 'Compianto sul Cristo morto' in Santo Stefano del Cacco: una proposta di datazione
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Camilla Colzani
Pellegrino Tibaldi nel cantiere pittorico della Sala Regia vaticana: documenti e disegni
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Gennaro De Luca
Il poeta Giorgio Maria Rapparini e le arti alla corte palatina di Düsseldorf
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Stefania Castellana
Un'incursione nella bottega del Sagrestani: Giuseppe Moriani e il 'Martirio di Sant'Andrea' nella chiesa delle Mantellate a Firenze
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Elisa Bruttini
“Antichità, e altre galanterie diverse”. Giovan Girolamo Carli collezionista erudito
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Nicol M. Mocchi
Il modello austro-tedesco per i pittori italiani negli anni del Simbolismo: qualche ipotesi di ripresa visiva
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Eliana Carrara
Le postille di padre Sebastiano Resta ai due esemplari delle «Vite» di Giorgio Vasari nella Biblioteca Apostolica Vaticana; Le Postille di Padre Resta alle «Vite» di Baglione
vai all'articolo » pag. 180-181
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