“La piaga che Maria richiuse e unse”. Di nuovo sui dipinti murali di Ambrogio Lorenzetti nella cappella di San Galgano sul Monte Siepi

Roberto Bartalini
The moving back of the date of the cycle of mural paintings in the chapel adjoining the round church of San Galgano on Monte Siepi (which we now know were executed by Ambrogio Lorenzetti in 1334-1336) and confirmation of the identity of the chapel's donor (the Cistercian oblate Ristoro d'Orlando da Selvatella) allow us to reconsider the very nature of the Montesiepi cycle in a new light. Contrary to what has long been assumed, it should not be interpreted in the light of the last will and testament of a layman concerned about his own spiritual destiny, but rather in the context of the patronage (and spirituality) of the Cistercian monks. In addition to the painter's iconographic and stylistic experimentation, what emerges clearly from this new analysis of the cycle is that it is based on the integration of some important parts of the hagiography of Saint Galgano within the framework – which remains dominant – of the exaltation of the Virgin Mary as co-redeemer and Regina Coeli, therefore in line with the thinking of the leading Cistercian scholar, Saint Bernard of Clairvaux, and his followers. In the creation of the paintings of Montesiepi other influences were also decisive, such as the Marian laude, or sacred songs, that had been adopted within lay confraternities. Certain unprecedented iconographic expressions – it has been known for some time – were rejected by the Cistercian community, which a short time after the completion of the paintings had them modified by another painter. These were interventions – it is argued in the present essay – which had the precise function of making the meaning behind the cycle even more explicit.

Indice

Lorenzo Miletti, Stefania Tuccinardi Una celebrazione poetica del Cortile delle Statue e della 'Cleopatra' in Vaticano: Aurelio Serena da Monopoli
vai all'articolo » pag. 3-19
Roberto Bartalini “La piaga che Maria richiuse e unse”. Di nuovo sui dipinti murali di Ambrogio Lorenzetti nella cappella di San Galgano sul Monte Siepi
vai all'articolo » pag. 20-31
Cristiana Pasqualetti Novità sul Pontificale Calderini e sulle vicende della miniatura fra l'Aquila e l'Urbe negli anni del Grande Scisma (con una traccia su Zacara da Teramo “scriptore et miniatore”)
vai all'articolo » pag. 32-59
Silvia Paltineri Un gruppo di situle figurate atestine del V-IV secolo a.C. Una proposta di interpretazione
vai all'articolo » pag. 60-68
Antonio Mazzotta Altri 'ritratti' veneziani per Antonello, Jacometto e Andrea Previtali
vai all'articolo » pag. 69-91
Cristina Conti Perino del Vaga e il 'Compianto sul Cristo morto' in Santo Stefano del Cacco: una proposta di datazione
vai all'articolo » pag. 92-95
Camilla Colzani Pellegrino Tibaldi nel cantiere pittorico della Sala Regia vaticana: documenti e disegni
vai all'articolo » pag. 96-99
Giuseppe Porzio Ribera intorno al 1625: un nuovo 'San Francesco'
vai all'articolo » pag. 100-104
Gennaro De Luca Il poeta Giorgio Maria Rapparini e le arti alla corte palatina di Düsseldorf
vai all'articolo » pag. 105-121
Stefania Castellana Un'incursione nella bottega del Sagrestani: Giuseppe Moriani e il 'Martirio di Sant'Andrea' nella chiesa delle Mantellate a Firenze
vai all'articolo » pag. 122-133
Elisa Bruttini “Antichità, e altre galanterie diverse”. Giovan Girolamo Carli collezionista erudito
vai all'articolo » pp.. 134-141
Nicol M. Mocchi Il modello austro-tedesco per i pittori italiani negli anni del Simbolismo: qualche ipotesi di ripresa visiva
vai all'articolo » pag. 142-165
Annamaria Petrioli Tofani Mario Di Giampaolo: in memoriam
vai all'articolo » pag. 166-172
Victor M. Schmidt Z. Murat, Guariento
vai all'articolo » pag. 173-179
Eliana Carrara Le postille di padre Sebastiano Resta ai due esemplari delle «Vite» di Giorgio Vasari nella Biblioteca Apostolica Vaticana; Le Postille di Padre Resta alle «Vite» di Baglione
vai all'articolo » pag. 180-181