Cornelis De Bie e Gian Lorenzo Bernini: osservazioni in merito alla fortuna critica berniniana nel Seicento

Luca Fiorentino
Al capitolo della storia della fortuna (e in qualche caso sfortuna) critica e del gusto per l'arte di Gian Lorenzo Bernini va aggiunta, sotto il profilo della letteratura artistica, la fonte fiamminga intitolata Het gulden cabinet van de edel vry schilderconst (Il gabinetto d'oro della nobile e liberale arte della pittura), volume redatto da Cornelis De Bie (1627-1715 circa), notaio e oratore di Lier, presso Anversa, figlio del pittore Adrien De Bie.1 Il libro viene pubblicato ad Anversa all'inizio del settimo decennio del Seicento e può essere considerato a buon diritto di grande importanza per la storia dell'arte fiamminga. In epoca moderna lo scritto di De Bie non è stato ancora riconosciuto a pieno dalla critica riguardo alle importanti connessioni culturali e alle considerazioni di natura storico-critica che può destare mediante un'attenta lettura. Non ne esiste infatti una traduzione in inglese che possa rendere più accessibile il difficile testo in lingua fiamminga; sarebbe pertanto auspicabile una sua traduzione con un apparato storico-critico adeguato per tutti gli artisti trattati.

Indice

Alessandro Bagnoli Mariano d'Agnolo Romanelli e il Reliquiario di San Marco papa: un recupero dello smalto 'a figure risparmiate' alla fine del Trecento
vai all'articolo » pag. 3-11
Elisabetta Cioni Per Matteo di Mino di Pagliaio. Nuove considerazioni sull'oreficeria senese della seconda metà del Trecento
vai all'articolo » pag. 12-46
Maria Falcone Sul Monumento funebre di Margherita di Brabante, sulla Tomba del doge Tommaso Campofregoso e su altre opere liguri del Quattrocento
vai all'articolo » pag. 47-89
Gianluca Amato Il 'Cristo deposto' di Francesco di Giorgio ai Servi di Siena
vai all'articolo » pag. 90-141
Annamaria Petrioli Tofani Per un catalogo dei disegni di Agostino Melissi agli Uffizi
vai all'articolo » pag. 142-173
Gianmarco Russo Longhi lettore di Vasari
vai all'articolo » pag. 174-199
Anna Santucci Lo 'Pseudo-Vitellio' degli Uffizi (e altri 'Pseudo-Vitellio' a Firenze tra XVI e XIX secolo)
vai all'articolo » pp. 200-217
Jörg Deterling Un 'Apollo' in altorilievo dalla collezione Giustiniani
vai all'articolo » pag. 218-220
Anna Anguissola Osservazioni sul catalogo delle sculture di Dresda: il caso dei “quattro faunetti giovani antichi”
vai all'articolo » pag. 221-225
Valentina Balzarotti Pellegrino Tibaldi in Sant'Andrea in via Flaminia
vai all'articolo » pag. 226-232
Giovanni Renzi Due opere di Camillo Procaccini in Toscana e un episodio di storia del collezionismo
vai all'articolo » pag. 233-251
Luca Fiorentino Cornelis De Bie e Gian Lorenzo Bernini: osservazioni in merito alla fortuna critica berniniana nel Seicento
vai all'articolo » pag. 252-261
Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa Polemica e pace sul “Grechetto”
vai all'articolo » pag. 262-273
Giovanni Agosti Per Enzo Mengaldo, tra due linguaggi
vai all'articolo » pag. 274-282