Il ‘Cristo deposto' di Francesco di Giorgio ai Servi di Siena

Gianluca Amato
Il riconoscimento di un 'Cristo deposto' di Francesco di Giorgio, all'interno di una delle chiese più importanti e ricche di Siena, la basilica di San Clemente in Santa Maria dei Servi (fig. 1), restituisce agli studi uno straordinario brano di scultura del Rinascimento. La scoperta è emersa nell'ambito delle ricerche per la mia tesi di laurea magistrale. Al termine del percorso di studi svolto all'Università degli Studi di Siena, avevo infatti deciso di approfondire il primo decennio di attività dello scultore senese Giovanni di Stefano. Nonostante il suo valore, questo artista – consumato scalpellino e maestro di legname, plasticatore ed esperto fonditore – è noto ai più per essere stato figlio del grande Sassetta, il pittore che meglio di altri seppe coniugare la tradizione gotica senese con le sperimentazioni spaziali che, nei primi decenni del Quattrocento, avevano trovato risoluzione a Firenze, con Brunelleschi, Donatello e Masaccio. Nessuno poteva immaginare che da quella scelta sarebbe potuta emergere una qualche rilevante acquisizione su Francesco di Giorgio, in uno scenario intensamente studiato come quello della scultura senese del Quattrocento, a oltre quindici anni dalla prima, importante rassegna che aveva finalmente reso il maestro protagonista del suo tempo (1993).

Indice

Alessandro Bagnoli Mariano d'Agnolo Romanelli e il Reliquiario di San Marco papa: un recupero dello smalto 'a figure risparmiate' alla fine del Trecento
vai all'articolo » pag. 3-11
Elisabetta Cioni Per Matteo di Mino di Pagliaio. Nuove considerazioni sull'oreficeria senese della seconda metà del Trecento
vai all'articolo » pag. 12-46
Maria Falcone Sul Monumento funebre di Margherita di Brabante, sulla Tomba del doge Tommaso Campofregoso e su altre opere liguri del Quattrocento
vai all'articolo » pag. 47-89
Gianluca Amato Il 'Cristo deposto' di Francesco di Giorgio ai Servi di Siena
vai all'articolo » pag. 90-141
Annamaria Petrioli Tofani Per un catalogo dei disegni di Agostino Melissi agli Uffizi
vai all'articolo » pag. 142-173
Gianmarco Russo Longhi lettore di Vasari
vai all'articolo » pag. 174-199
Anna Santucci Lo 'Pseudo-Vitellio' degli Uffizi (e altri 'Pseudo-Vitellio' a Firenze tra XVI e XIX secolo)
vai all'articolo » pp. 200-217
Jörg Deterling Un 'Apollo' in altorilievo dalla collezione Giustiniani
vai all'articolo » pag. 218-220
Anna Anguissola Osservazioni sul catalogo delle sculture di Dresda: il caso dei “quattro faunetti giovani antichi”
vai all'articolo » pag. 221-225
Valentina Balzarotti Pellegrino Tibaldi in Sant'Andrea in via Flaminia
vai all'articolo » pag. 226-232
Giovanni Renzi Due opere di Camillo Procaccini in Toscana e un episodio di storia del collezionismo
vai all'articolo » pag. 233-251
Luca Fiorentino Cornelis De Bie e Gian Lorenzo Bernini: osservazioni in merito alla fortuna critica berniniana nel Seicento
vai all'articolo » pag. 252-261
Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa Polemica e pace sul “Grechetto”
vai all'articolo » pag. 262-273
Giovanni Agosti Per Enzo Mengaldo, tra due linguaggi
vai all'articolo » pag. 274-282