Mariano d'Agnolo Romanelli e il Reliquiario di San Marco papa: un recupero dello smalto ‘a figure risparmiate' alla fine del Trecento

Alessandro Bagnoli
Il busto di rame dorato che conserva le reliquie di San Marco, papa nel 336, è una delle più importanti suppellettili liturgiche dell'antica abbazia di Abbadia San Salvatore e costituisce un caposaldo dell'oreficeria tardomedievale senese (figg. 7, 9, 15). La vistosa scritta in belle lettere gotiche offre le informazioni essenziali per ogni considerazione: “+ istud • tab(er)naculum / i(n) qvo • est • capud • s(an)c(t)i • // • marci • p(a)p(e) • fatv(m) fvit • te(m)pore • // • abb(ati)s • ioh(ann)is • / de • florentie • an(n)o • d(omi)ni • 1381”. Giovanni Volpini, nella sua storia del monastero, e soprattutto Fabrizio Mancinelli, cui si deve la prima rapida pubblicazione del Reliquiario, hanno indotto dall'iscrizione l'origine fiorentina dell'opera. Si è voluto credere che l'abate fiorentino Giovanni avesse cercato nella città natale l'orafo capace di eseguire il prezioso contenitore della testa del Santo protettore di Abbadia. Nessun appiglio più concreto sostiene però questa soluzione, tant'è vero che le reazioni con l'oreficeria fiorentina sono giudicate “vaghe” persino dallo stesso Mancinelli.

Indice

Alessandro Bagnoli Mariano d'Agnolo Romanelli e il Reliquiario di San Marco papa: un recupero dello smalto 'a figure risparmiate' alla fine del Trecento
vai all'articolo » pag. 3-11
Elisabetta Cioni Per Matteo di Mino di Pagliaio. Nuove considerazioni sull'oreficeria senese della seconda metà del Trecento
vai all'articolo » pag. 12-46
Maria Falcone Sul Monumento funebre di Margherita di Brabante, sulla Tomba del doge Tommaso Campofregoso e su altre opere liguri del Quattrocento
vai all'articolo » pag. 47-89
Gianluca Amato Il 'Cristo deposto' di Francesco di Giorgio ai Servi di Siena
vai all'articolo » pag. 90-141
Annamaria Petrioli Tofani Per un catalogo dei disegni di Agostino Melissi agli Uffizi
vai all'articolo » pag. 142-173
Gianmarco Russo Longhi lettore di Vasari
vai all'articolo » pag. 174-199
Anna Santucci Lo 'Pseudo-Vitellio' degli Uffizi (e altri 'Pseudo-Vitellio' a Firenze tra XVI e XIX secolo)
vai all'articolo » pp. 200-217
Jörg Deterling Un 'Apollo' in altorilievo dalla collezione Giustiniani
vai all'articolo » pag. 218-220
Anna Anguissola Osservazioni sul catalogo delle sculture di Dresda: il caso dei “quattro faunetti giovani antichi”
vai all'articolo » pag. 221-225
Valentina Balzarotti Pellegrino Tibaldi in Sant'Andrea in via Flaminia
vai all'articolo » pag. 226-232
Giovanni Renzi Due opere di Camillo Procaccini in Toscana e un episodio di storia del collezionismo
vai all'articolo » pag. 233-251
Luca Fiorentino Cornelis De Bie e Gian Lorenzo Bernini: osservazioni in merito alla fortuna critica berniniana nel Seicento
vai all'articolo » pag. 252-261
Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa Polemica e pace sul “Grechetto”
vai all'articolo » pag. 262-273
Giovanni Agosti Per Enzo Mengaldo, tra due linguaggi
vai all'articolo » pag. 274-282