Per scarsezza di dati è impossibile, dopo
tanti secoli, mettere a fuoco i criteri seguiti
dai frati minori di San Lorenzo nell'allestire
il vasto transetto della loro chiesa,
gemmato dall'invaso paleocristiano
l'indomani dell'arrivo del 'San Ludovico'.
Rema contro i lodevoli sforzi dei ricercatori
moderni anche il carattere multiforme
dell'architettura mendicante, immune
da vincoli precettistici, fatto salvo il
principio di tutelare mediante idonee barriere
fisiche lo spazio di preghiera della
comunità religiosa. L'avara documentazione
d'archivio disponibile consente di
escludere, a ogni modo, che nella dedicazione
degli altari eretti durante il Medioevo
in questo nevralgico settore dell'aula
di culto i responsabili del convento fossero
riusciti a far valere la ferrea disciplina
alla quale – per segnalare un illustre antecedente
– i confratelli fiorentini di Santa
Croce avevano assoggettato le famiglie
magnatizie titolari delle cappelle presbiteriali,
dedicate alle commemorazioni speciali
dell'Ordine all'atto stesso di pianificare
la costruzione dell'imponente edificio
sacro di cui ancora oggi ammiriamo
l'ariosa e svelta intelaiatura gotica.
(per continuare a leggere acquista l'articolo)
tanti secoli, mettere a fuoco i criteri seguiti
dai frati minori di San Lorenzo nell'allestire
il vasto transetto della loro chiesa,
gemmato dall'invaso paleocristiano
l'indomani dell'arrivo del 'San Ludovico'.
Rema contro i lodevoli sforzi dei ricercatori
moderni anche il carattere multiforme
dell'architettura mendicante, immune
da vincoli precettistici, fatto salvo il
principio di tutelare mediante idonee barriere
fisiche lo spazio di preghiera della
comunità religiosa. L'avara documentazione
d'archivio disponibile consente di
escludere, a ogni modo, che nella dedicazione
degli altari eretti durante il Medioevo
in questo nevralgico settore dell'aula
di culto i responsabili del convento fossero
riusciti a far valere la ferrea disciplina
alla quale – per segnalare un illustre antecedente
– i confratelli fiorentini di Santa
Croce avevano assoggettato le famiglie
magnatizie titolari delle cappelle presbiteriali,
dedicate alle commemorazioni speciali
dell'Ordine all'atto stesso di pianificare
la costruzione dell'imponente edificio
sacro di cui ancora oggi ammiriamo
l'ariosa e svelta intelaiatura gotica.
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Indice
Francesco Aceto
Spazio ecclesiale e pale di "primitivi" in San Lorenzo Maggiore a Napoli: dal "San Ludovico" di Simone Martini al "San Girolamo" di Colantonio. II
vai all'articolo » pp. 2-61
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Gianluca Amato
I "Crocifissi" lignei di Giuliano, Antonio e Francesco da Sangallo
vai all'articolo » pp. 62-123
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Jacometto Veneziano e gli umanisti. Proposta per il 'Ritratto di Luca Pacioli e di Guidubaldo da Montefeltro' del Museo di Capodimonte
vai all'articolo » pp. 126-149
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Leonardo da Vinci nel Castello Sforzesco di Milano: una citazione di Luca Pacioli per la “Sala delle Asse” ovvero la “camera dei moroni”
vai all'articolo » pp. 159-166
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Alessandra Pattanaro
Un 'Ritratto d'uomo' di Girolamo da Carpi da casa Spreti in Ravenna
vai all'articolo » pp. 167-172
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Elena Rame
Un disegno di Lattanzio Gambara per il 'Martirio di Santo Stefano' a Vimercate
vai all'articolo » pp. 178-179
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Gennaro De Luca
Novità sul “gentil huomo famoso pittore” Giovanni Maria Morandi
vai all'articolo » pp. 180-191
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Fabio Sottili
Il 'Ritratto del conte di Bonneval' di Violante Siries e le turqueries dei Sansedoni
vai all'articolo » 192-197
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