La recensione propone una valutazione critica della mostra Siena: The Rise of Painting, 1300-1350, allestita e organizzata presso il Metropolitan Museum of Art di New York e la National Gallery di Londra. L'esposizione, frutto di una collaborazione internazionale, si distingue per la qualità eccezionale dei prestiti ottenuti e per alcune importanti ricomposizioni; tuttavia, solleva numerosi interrogativi metodologici ed etici: dalla periodizzazione problematica adottata e dall'assenza di un catalogo scientifico, alla marginalizzazione delle cosiddette “arti minori” e alla carente contestualizzazione storico-artistica proposta. Un'attenzione particolare è riservata ai rischi connessi al trasporto internazionale di opere fragili chieste in prestito, in diversi casi rimosse per la prima volta dal proprio contesto d'origine: non tutte le richieste appaiono egualmente motivate né proporzionate in termini di ricaduta scientifica. La recensione solleva dunque dubbi sull'opportunità e sull'equilibrio etico di sottoporre manufatti vulnerabili a movimentazioni complesse laddove il contributo critico e curatoriale della mostra non sembra compensare in modo adeguato il rischio sostenuto. Nel complesso, la mostra viene interpretata come sintomo di una crisi più ampia nella gestione critica e nella valorizzazione del patrimonio culturale che in maniera preoccupante le strategie culturali messe in atto in Italia.