Ritornando sulle ‘Madonne' donatelliane

Lea De Giorgio
Gli studi sulle 'Madonne' donatelliane hanno conosciuto negli ultimi decenni una sorprendente fortuna di nuove scoperte. Accanto ai più noti esemplari ormai da tempo comodamente assestati nel catalogo del maestro, ne esistono altri che, pur avendo sfiorato in tempi e modi diversi la bibliografia sullo scultore, non vi sono mai entrati stabilmente. È il caso di un malconcio stucco oggi addossato alla controfacciata a sinistra del portale d'ingresso della chiesa di Sant'Andrea a Siena; di una perduta terracotta appartenuta al collezionista lionese Édouard Aynard (1837-1913), poi passata nella raccolta del magnate statunitense Thomas Fortune Ryan (1851-1928); e di un massiccio rilievo in pietra calcarea acquistato a Mantova nel 1867 dal barone Jean-Charles Davillier (1823-1883), oggi esposto al Musée du Louvre. Sulla base delle evidenze dello stile, in questo studio si propone l'attribuzione a Donatello del primo – in passato creduto replica da un originale perduto del maestro - e del terzo rilievo; e si rivendica l'autografia del secondo, avanzata per la prima volta più di un secolo fa da Wilhelm Bode. Per ognuno si tenta poi di precisare la cronologia all'interno del complesso corpus delle 'Madonne' donatelliane, collocando l'esecuzione del primo tra il 1425 e il 1429, accanto ai bronzi per il fonte battesimale senese, quella del secondo e del terzo rispettivamente a monte (1443-1445) e nel pieno del soggiorno padovano dello scultore (1445-1450). Tenendo conto dell'insolito aspetto materiale e delle informazioni circa la provenienza, si tenta infine di ricondurre l'esemplare del Louvre a una testimonianza documentaria: una lettera inviata da Ludovico Gonzaga alla moglie Barbara di Brandeburgo il 10 giugno 1450, nella quale il marchese riferisce di una 'Madonna' “de tufo” spedita da Donatello da Padova alla corte mantovana.

Indice

Laura Cavazzini e Vera Cutolo Lungo l'Aurelia: un nuovo protagonista della scultura gotica nelle terre del marmo
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Lea De Giorgio Ritornando sulle 'Madonne' donatelliane
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Roberto Bartalini Duccio: due frustoli documentari inediti (con una nota sulla cosiddetta 'Madonna' Gualino)
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Emanuele Zappasodi “Pinxit Bartholomeus Caporalis de Perusio”. Un altro tassello per la pala dei Cacciatori di Castiglione del Lago
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Stefano L'Occaso Un paramento dipinto da Filippo Lippi per papa Niccolò V
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Renzo Fontana Enea Vico come modello per Domenico Brusasorzi in palazzo Chiericati a Vicenza
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Mattia Barana Siena: The Rise of Painting, 1300-1350. Le mostre di New York e Londra
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Alessandro Bagnoli Gli affreschi trecenteschi della cappella Agazzari nella chiesa di San Martino a Siena e le loro vicende conservative
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