Arnolfo di Cambio, Leonardo Sormani e le due ‘Madonne' del ‘Presepe' di Santa Maria Maggiore a Roma

Laura Cavazzini, Cristina Conti
Benché oggi rientri a tutti gli effetti nel canone delle sculture medievali da manuale, il 'Presepe' scolpito da Arnolfo di Cambio per la basilica di Santa Maria Maggiore a Roma ai tempi di papa Niccolò IV (1288-1292) ha fatto il suo ingresso nel dibattito critico moderno solo nel 1905, grazie ad Adolfo Venturi. La menzione come opera di Arnolfo nell'edizione giuntina delle Vite di Vasari non era infatti stata sufficiente a sottrarre i marmi duecenteschi al sostanziale oblio dopo che nel 1585 furono trasferiti in un ambiente difficilmente accessibile nel contesto dei lavori per la costruzione della grandiosa cappella funeraria di papa Sisto V (1585-1590).
Il presente contributo, partendo da una complessiva riconsiderazione dei due momenti cruciali nella storia della cappella del Presepe – quello del suo allestimento tardoduecentesco e quello del suo radicale ripensamento tardocinquecentesco – si propone da un lato di dimostrare che la 'Madonna col Bambino' scolpita in origine nell'atelier di Arnolfo non andò affatto distrutta in occasione della sua sostituzione in età moderna, come generalmente si crede; al momento della realizzazione di una nuova immagine nel XVI secolo fu sì sottratta alla vista del pubblico, ma evidentemente si decise di conservarla. Agli inizi del Novecento finì sul mercato antiquario romano e nel 1910 fu acquistata da Wilhelm Bode per quello che era allora il Kaiser-Friedrich-Museum di Berlino, dove tuttora si conserva. Quanto alla scultura che l'ha sostituita, contrariamente a quanto solitamente si dice, le fonti documentarie e letterarie inducono a credere che non sia stata scolpita in concomitanza con i lavori intrapresi per la costruzione della cappella funebre di Sisto V, iniziati nel 1585 e affidati all'architetto Domenico Fontana, bensì qualche tempo prima, probabilmente in occasione del Giubileo del 1575, per mano di Leonardo Sormani.

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