Per la fortuna di Dante in Francia nel primo Ottocento. Aubin-Louis Millin e il ms. XIII.C.4 della Biblioteca Nazionale di Napoli

Gennaro Toscano
Dopo la mancata empatia con Dante dei filosofi della Francia dei Lumi, a partire dall'ultimo quarto del Settecento nuove traduzioni in prosa della Divina Commedia resero più accessibile questo monumento della letteratura italiana delle origini e il suo autore. Sarebbe stata tuttavia la generazione dei romantici a promuovere una più piena comprensione di Dante e della sua opera nella Francia di primo Ottocento.
Parallelamente alla riscoperta di Dante da parte di illustri scrittori, il nuovo interesse suscitato dalla produzione dei primitivi risvegliò lo sguardo degli artisti sulla Commedia. Da John Flaxman a William Blake il poema dantesco conobbe allora un notevole successo in tutta Europa.
La storia di Paolo e Francesca fu immortalata dai più importanti artisti dell'epoca, e particolarmente da Ingres, che dipinse a partire dal 1814 almeno sette versioni di questo celebre episodio della Commedia, privilegiando il momento in cui i due giovani cognati scoprirono la loro fiamma nel leggere la storia d'amore tra Ginevra e Lancillotto. Proprio negli anni in cui Dante era tornato in auge nella capitale francese, l'archeologo Aubin-Louis Millin (1759-1818), in occasione della sua visita alla Biblioteca Reale di Napoli nel 1813, commissionò una serie di calchi di alcune vignette dell'esemplare della Commedia oggi conservato presso la Biblioteca Nazionale di Napoli (ms. XIII.C.4). La chiarezza e la linearità di questi disegni a penna raffigurati nel Dante trecentesco di Napoli gli ricordavano in effetti le celebri stampe dell'edizione del Comento di Landino del 1481, nonché quelle tratte dai disegni di Flaxman.

Indice

Carl Brandon Strehlke Looking for Giotto
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Francesco Aceto Tra Giotto e Simone Martini. Un raro portale dipinto con 'Storie della Passione' nel duomo di Napoli e il suo contesto topografico e liturgico
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Victor M. Schmidt Una proposta per le tavole di Ambrogio Lorenzetti provenienti dalla chiesa fiorentina di San Procolo
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Keith Christiansen The architecture in a Bohemian panel in the Metropolitan Museum of Art
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Gabriele Fattorini Sull''Annunciazione' del Kaiser-Friedrich-Museum di Jacopo della Quercia
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Francesco Caglioti Desiderio da Settignano ritrattista: “una testa del Chardinale di Portoghallo”, ovvero il 'San Lorenzo' nella Sagrestia Vecchia di San Lorenzo a Firenze
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Alessandro Angelini Francesco di Giorgio a Urbino e l'iconografia della 'Flagellazione'
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Gianluca Amato Benedetto da Maiano: due proposte per il catalogo delle terrecotte
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Antonio Mazzotta Alcuni indizi per l'identificazione del 'Maestro della pala sforzesca'
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Roberto Bartalini Raffaello e il Sodoma nella Stanza della Segnatura. Nuove evidenze
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Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa Doxiana
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Michele Maccherini Tre contributi beccafumiani
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Rosanna De Gennaro A proposito della poco nota pala marmorea opistografa dell'abbazia di Montevergine
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Elisabetta Cioni Una nota per il reliquiario secentesco del braccio destro di San Giovanni Battista della cattedrale di Siena
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Tomaso Montanari Le caricature di Bernini: spirito senza corpus?
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Gennaro Toscano Per la fortuna di Dante in Francia nel primo Ottocento. Aubin-Louis Millin e il ms. XIII.C.4 della Biblioteca Nazionale di Napoli
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Federica Testa Paolo Lombardi fotografo: ritratto di un mercante d'arte
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Laura Cavazzini Alceo Dossena e la falsificazione della scultura gotica, tra Lombardia e Toscana
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Luca Quattrocchi Arte italiana per il nazionalsocialismo. Antonio Maraini e la Ausstellung Italienischer kunst von 1800 bis zur Gegenwart a Berlino nel 1937
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Marco M. Mascolo Wilhelm R. Valentiner, la scultura del Quattrocento e i problemi della connoisseurship
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