Il contributo analizza il busto marmoreo di Ettore Vernazza, oggi conservato presso la sede del Consiglio Notarile di Genova, proponendone per la prima volta un'attribuzione allo scultore fiorentino Francesco Fanelli. L'opera, finora trascurata dalla letteratura, si inserisce in un contesto di riscoperta della figura del notaio genovese avviata nei primi decenni del Seicento. Attraverso una ricostruzione documentaria e un'analisi stilistica comparata, l'articolo mette in luce la forte coerenza cronologica e iconografica tra il busto e una statua a figura intera di Vernazza, realizzata da Fanelli nel 1633 per il Lazzaretto della Foce e oggi perduta. L'ipotesi di attribuzione si fonda su precise affinitą tecniche e stilistiche con altre opere liguri dello scultore e contribuisce ad arricchire il corpus genovese di Fanelli, evidenziandone l'adesione a una poetica del ritratto ieratica ed essenziale, maturata nella Firenze tardomanierista. L'indagine restituisce inoltre al busto un ruolo significativo nella cultura visiva della Genova seicentesca, quale testimonianza tangibile della celebrazione pubblica dei benefattori cittadini.
Indice
Ilaria Bichi Ruspoli
Ascanio Covatti, virtuoso scalpellino cortonese
nella Siena di primo Seicento. L'esaltazione
del marmo fra identitą sfuggenti, sperimentazioni
tecniche e interferenze di ruoli
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Anna Maria Riccomini
Le raccolte archeologiche torinesi nel diario di
Luigi Lanzi (1794): il Museo di Antichitą,
le collezioni dell'abate Carlo Antonio Pullini
e del commendator Modesto Genevosio
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Enea Abbaticchio
Una proposta per Francesco Fanelli: il busto di Ettore
Vernazza nella sede del Consiglio Notarile di Genova
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Bruno Carabellese
Il ciclo di affreschi dei Carracci a palazzo
Magnani: una possibile fonte per Diego Velįzquez
durante il suo primo viaggio in Italia
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Giovanni Morciano
Tre proposte per Giusto Fiammingo,
alias Joost de Pape, e qualche riflessione per la
sua identificazione
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