‘Afrodite che si toglie il sandalo': una sequenza di copie in piccolo formato

Giovanni Colzani
Il motivo dell'Afrodite che si toglie il sandalo appartiene al novero delle più popolari raffigurazioni della dea bagnante di tradizione post-prassitelica, ripetuto in centinaia di sculture tra la tarda età ellenistica e l'epoca imperiale inoltrata. Le similitudini in termini di composizione e proporzioni riscontrabili in un gruppo di statuette marmoree in questo schema sono tali da rendere evidente il ricorso a modalità di imitazione meccanico-copistiche a partire da un modello comune, secondo prassi di norma attestate per la statuaria di modulo superiore. Rinvenuti in regioni diverse del Mediterraneo, ma verosimilmente prodotti in area egea tra la fine del II secolo a.C. e la prima metà del secolo successivo, questi oggetti si segnalano per la particolare qualità del materiale utilizzato, per la complessa impostazione della posa della dea, e per l'inserimento di supporti figurati capaci di individualizzare ciascun esemplare. Superando l'idea consolidata della mancanza di vere e proprie 'repliche' tra le attestazioni di 'Afrodite che si toglie il sandalo', l'identificazione di questa sequenza copistica contribuisce ad articolare in maniera nuova e più complessa il quadro fin qui noto della circolazione di uno dei motivi più diffusi della piccola plastica antica.

Indice

Giovanni Colzani 'Afrodite che si toglie il sandalo': una sequenza di copie in piccolo formato
vai all'articolo » pp. 3-15
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vai all'articolo » pp. 16-67
Roberto Bartalini Incrementi per Niccolò di Cecco del Mercia
vai all'articolo » pp. 68-76
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vai all'articolo » pp. 77-83
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vai all'articolo » pp. 84-101
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vai all'articolo » pp. 102-110
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vai all'articolo » pp. 111-118