Giotto e l'Antico. Un modello paleocristiano per gli affreschi della Cappella Palatina in Castel Nuovo a Napoli

Francesco Aceto
Della cospicua decorazione con 'Storie bibliche', allestita da Giotto sulle pareti della Cappella Palatina in Castel Nuovo a Napoli, sopravvivono miseri lacerti ornamentali annidati nell'intradosso di alcune finestre. Tra tutti si segnala per l'accurata condotta e il manifesto orientamento retrospettivo un fregio carpoforo localizzato nella bifora aperta alla testata orientale dell'abside, in asse con l'altare maggiore e col celebrante. Gią opportunamente valorizzato dalla critica, ma con una sfocata messa a punto sia degli antefatti iconografici che delle intenzioni allestitive, esso ci fornisce un altro saggio, quasi a fine carriera, del meditato dialogo intrecciato dal pittore fiorentino con l'Antico. Confronti alla mano, l'autore dell'articolo suggerisce l'ipotesi che Giotto abbia tratto ispirazione dai mosaici del battistero paleocristiano di San Giovanni in Fonte a Napoli, ritornato agli antichi splendori, dopo una fase di declino, proprio negli anni del suo soggiorno partenopeo (1328-1332). Il motivo figurativo ellenistico, nato come ornamento di altari e tombe, particolarmente apprezzato dai pittori romani lungo l'intero arco del Medioevo, viene utilizzato da Giotto con fine attitudine 'filologica', valorizzandone sul piano semantico l'alto potere evocativo in connessione con i misteri cristiani del battesimo e dell'eucaristia.

Indice

Francesco Aceto Giotto e l'Antico. Un modello paleocristiano per gli affreschi della Cappella Palatina in Castel Nuovo a Napoli
vai all'articolo » pp. 3-21
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vai all'articolo » pp. 22-38
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vai all'articolo » pp. 81-93