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PROSPETTIVA 149-152 (gennaio - ottobre 2013). Giovanni Previtali, storico dell'arte militante
Arturo Galansino
pp. 362
Anno 2014
prezzo: € 100
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Allievo di Roberto Longhi, Giovanni Previtali tentò di rinnovare la tradizionale connoisseurship con nuove istanze metodologiche. La sua attività scientifica si sviluppa attorno a un'impressionante varietà di interessi, portati avanti con coerenza durante l'arco della sua carriera: dalla riscoperta delle aree "minori" allo studio della letteratura artistica e della storia della critica, dalla riflessione metodologica alla politica culturale. Previtali fu un energico animatore di mostre, imprese editoriali e culturali, distinguendosi per la presenza costante, in alcuni casi polemica, sulla stampa nazionale. Tutta la sua attività va interpretata alla luce dell'impegno morale e sociale che egli attribuiva al ruolo dello storico dell'arte: un impegno che non andava disgiunto da quello politico.
Il libro si svolge su tre livelli in parte indipendenti: un saggio, un apparato di note e una copiosa appendice documentaria divisa in carteggi e appunti, interventi inediti, progetti editoriali.
La narrazione inizia con l'approdo di Previtali, verso la metà degli anni cinquanta, nel mondo di Roberto Longhi, e gli studi nell'ateneo fiorentino sotto il suo magistero. Parte di rilievo ha il soggiorno a Parigi del 1961, dove il giovane studioso vive la vita della capitale francese tra spettacoli teatrali, mostre e scontri di piazza e dove coglie il senso di un vibrante contesto culturale, in cui si alternano vivi ritratti di alcuni protagonisti della storia dell'arte di quel tempo, tra i quali Anthony Blunt, Vitale Bloch, André Chastel, Michel Laclotte.
Il ritorno a Firenze coincide con la partecipazione alla redazione di 'Paragone' e con l'uscita di due libri fondamentali per la storiografia del Novecento (La fortuna dei primitivi, Torino 1964, e Giotto e la sua bottega, Milano 1967).
La morte di Roberto Longhi nel 1970 è il fatto simbolico attorno al quale cambia la vita di Previtali. Con la conseguente uscita da 'Paragone' si crea una duratura frattura all'interno della scuola di Longhi, e si arriverà nel 1975 alla fondazione di 'Prospettiva', voluta assieme all'amico archeologo Mauro Cristofani. Questo periodo è segnato anche dall'esperienza nell'Enciclopedia Feltrinelli Fischer, opera concepita nel nome di Longhi, ma contraddistinta da un'ispirazione marxista e dall'apertura di Previtali verso nuove metodologie, quali lo strutturalismo. Il suo ruolo di consigliere presso l'Einaudi segna un rinnovato interesse per l'iconologia di Panofsky, per il mondo del Warburg Institute, grazie al rapporto con Ernst H. Gombrich, e per le teorie antropologiche di George Kubler. Impegnato nella sua intensa attività didattica senese, gli anni settanta lo vedono alla guida della Storia dell'arte italiana Einaudi, un'impresa titanica portata avanti tra scontri, accesi dibattiti ed animosità.
La narrazione si chiude all'inizio degli anni ottanta, in concomitanza con il decennale della morte di Longhi e con il convegno di studi a lui dedicato. Questi anni vedono Previtali ritornare a riflettere sul ruolo e l'insegnamento del proprio maestro, in particolare intorno al tema, eminentemente longhiano, di Caravaggio.
A tratti simile a un romanzo, oltre a farci conoscere il personaggio e la sua opera, questo libro rappresenta un viatico per ripercorrere trent'anni di storia dell'arte italiana e osservare alla giusta distanza il contesto culturale e politico che ha caratterizzato quel periodo.